domenica 7 luglio 2013

I Granchi.

Sempre a Marucumbo, per riprendere un verso della poesia già pubblicata, racconterò la storia dei granchi.


Un giorno mia mamma Melina, mandò me e mia sorella Cristina (Chicca), a circa un chilometro di
distanza, verso la fiumara, che essendo estate era quasi asciutta.
Come dicevo fummo mandate, da alcuni parenti di mio nonno Saverio, non mi ricordo per quale
ambasciata.
Andate e tornate presto, ci disse Melina.
Attraverammo tutta una vigna, alcune case sparse per la campagna, un uliveto che non finiva mai,
e quindi stanche e accaldate arrivammo a destinazione.
Fatta la commissione, ci avviammo per il ritorno, cambiando strada, per fare meno salita,
risalimmo lungo la fiumara.  L'acqua era poca, ci bagnavamo i piedi, proseguendo lentamente,
accaldate, assetate, già stanche.
Improvvisamente, da sotto un sasso ecco sbucare un granchio, poi un altro, poi un altro.
La stanchezza scomparve, l'entusiasmo della caccia rinnovò le forze e, tirate su le gonnelline,
incominciammo a riempirle di granchi.
Il tempo volava via, ma noi non facevamo caso, sempre più attive nella caccia, il sole alto
bruciava e una voce si sentiva lontana lontana che chiamava, chiamava........Chicca, Teresa.....
Di colpo riconoscemmo la voce della mamma, che urlava da uno strapiombo i nostri nomi.
Rispondemmo, gridando anche noi  e poi di corsa, affrontando la salita col cuore nero,
presagendo le botte che puntualmente arrivarono, un pò di più  a Chicca che era la grande,
dieci anni, un pò meno a me che ne avevo sei.
La cosa ebbe un seguito perchè, prima  di rientrare in casa, eravamo passate dall'orto dove
buttammo i granchi che correvano di qua e di là spaventando le galline che si misero a
schiamazzare a più non posso: co  co  co  co  co  co...
Mia nonna Teresa era sbalordita: ma che hanno le galline, sono impazzite?
Andò nell'orto e vedendo tutti sti granchi, che cercavano riparo, spaventati a loro volta
dalle galline, pensò che erano del vicino e così chiamò Bruno: sono i tuoi questi granchi?
Si, disse lui, felice dell'inaspettato bottino, li raccolse ad uno ad uno e se li portò via,
mentre io e Chicca, non avendo il coraggio di protestare, ci guardavamo senza parlare,
dispiaciute per la perdita dei nostri granchi, che tra l'altro ci avevano procurato una bella
punizione.

10 commenti:

  1. Quante storie meravigliose vengono fuori dallo scrigno di Marucumbu!
    Mi sembra di vederle e di sentirle quelle povere galline spaventate. E quei granchi che scappano da tutte impazziti...
    Chissà che magari quest'estate non ci facciamo un giretto da quelle parti? Potremmo fare qualche foto da mettere nei tuoi post dedicati a Marucumbu.
    Ciao

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  2. Ciao Teresa. La bellezza dei tuoi racconti è la forza del ricordo.
    Vi ho davvero viste tua sorella e te, ignare del tempo che passava, mentre vi divertivate con la spensieratezza tipica di quell'età, ad acchiappare granchi.
    Momenti senza tempo e magia pura.
    Grazie per questa bellissima corsa nel tuo passato.
    Buona domenica.

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  3. Che bello vedere già i vostri commenti. Tu NINA che già conosci le storie, ma certo si rinnova sempre qualcosa lasciata tra le righe. Piacerebbe anche a me andare a Marucumbo, fare qualche foto, anche se è tutto cambiato. Ciao.
    Tu MARIELLA, pronta a cogliere le sensazioni del racconto e capirle entrando nel profondo della memoria e quasi a visualizzare gli avvenimenti. Forse la magia sta nel tuo cuore e leggi con tanto sentimento. Ciao.

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  4. Birichine, birichine te e tua sorella Cristina. Ma a quell'età penso che si possono perdonare le birichinate.
    Veramente un simpaticissmo racconto-ricordo.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  5. Caro Aldo, devo dire che la tua barba mi fa tanta simpatia, solo la tua, e nel tuo commento sento la dolcezza di un uomo buono. Ciao.

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  6. Il coraggio non è una merce in vendita
    a quell'età poimanca a quasi tutti.
    bel sapore i campagna arsa e di frescura nel ruscello.

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  7. Si Massimo hai proprio ragione, poi l'angoscia di affrontare la punizione è peggio della punizione in se stessa.

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  8. Storie che rileggo sempre volentieri, perchè sanno di vita vera, di nostalgia,nonostante le difficoltà e le paure che dovevate superare.Molto aiutava l'incoscienza dell'età e la voglia di scoprire:abbiamo vissuto infanzie parallele, capisco e condivido tanto dei tuoi bei racconti.Un abbraccio e spero in prossimi incontri...vacanzieri.Ciao

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  9. grazie Rina, anche se ho qualche anno più di te, è vero, le nostre infanzie si somigliano, poi sai che ero di casa a San Pasquale, e tanti giochi li abbiamo fatti assieme. Purtroppo non riesco ancora ad andare sul tuo sito, dove, col tuo nome di blog, c'è tutt'altro.
    Ciao, a presto.

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  10. Tra i due litiganti il terzo gode.
    Se avete perduti i granchi ma vi è rimasto un bel ricordo e questo nessun Bruno potrà portarvelo via.

    Teneramenteciao

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