ANTONIA E L'AMORE.
Una ragazza Calabrese TERESA LARIZZA di Bova Marina , ha vinto con un finale che
conclude con forza drammatica e assoluta coerenza psicologica, la vicenda di Antonia e Adria,
in un paese del Sud. ( NOI DONNE - Settembre 1961)
.......Una sera dalla strada nuova arriva in paese una compagnia di saltimbanchi.
I ragazzi passano subito la voce e la gente si raccoglie nella piccola piazza, dove i carrozzoni,
rumorosi e un pò sgangherati, prendono posto alla meglio.
Mentre i girovaghi cominciano a sistemare il tendone, ognuno osserva e fa i suoi commenti.
Antonia pensa di adoperare anche quell'occasione, per mandare avanti i suoi progetti: esce
insieme con Adria e Nino e va anche lei ad osservare i preparativi dei saltimbanchi.
I paesani commentano in vario modo la passeggiata dei tre. Adria, mesta e silenziosa, segue la
suocera e il cognato, come rassegnata. A poco a poco, tuttavia, la vivacità della gente del circo
la attira e le strappa qualche leggero sorriso.
A casa, una grossa sorpresa attende Antonia, Adria e Nino: Nicola è tornato. Antonia è
sbalordita : muta, guarda suo marito senza nemmeno credere ai suoi occhi. Nicola è più magro,
più vecchio e, sembra, più stanco. Malgrado le sue esitazioni, non è difficile scoprire che è stato rimpatriato dalle autorità australiane con il foglio di via come "indesiderabile".
Ma Antonia, che l'ha tanto atteso, non fa nemmeno attenzione a queste cose: dopo il primo
momento di sbalordimento, stringe a sè il marito, felice e appassionata.
Passano i giorni. Antonia ha allentato un pò la sua pressione su Adria; adesso deve dedicarsi
tutta al marito, assisterlo, fargli sentire il suo amore.
Nicola si riprende rapidamente: a mano a mano che riprende le forze, ritorna quello di un tempo.
Con qualcosa di cattivo che una volta non aveva, però.
Forse la vita in Australia l'ha indurito: da spensierato l'ha fatto cinico.
Racconta sempre storie colorite del suo soggiorno all'estero. Sono storie ambigue, forse non vere.
Antonia ne è sconcertata, sente che suo marito le sfugge, in un modo diverso da come avveniva
un tempo.
Adria si accorge che Antonia non le è più addosso come prima, sente di aver acquistato un pò di
libertà, davvero insperata e ne approfitta.
A sera si reca con le vicine ad osservare quelli del circo ed ad ascoltare i dischi che vengono suonati
prima dello spettacolo.
Le occhiate di un giocoliere, giovane come lei, forte e vivace la attirano: ella le ricambia di soppiatto.
Ma Nino non ha abbandonto il suo compito di guardia, anche se sua madre non lo spinge più a
sorvegliare Adria, egli si sente ormai responsabile della ragazza dinanzi a tutto il paese; si sente
uomo e poi si è forse convinto di essere innamorato.
D'altra parte c'è adesso Nicola che con i suoi consigli, lo incoraggia sulla strada della spavalderia.
Adria sente che gli occhi di Nino le sono sempre addosso, capisce che da un momento all'altro
il ragazzo potrebbe combinare qualche guaio.
D'improvviso, una mattina, arriva l'agente delle assicurazioni: Adria, dopo aver messo giù qualche
firma, riceve l'assegno. In casa c'è molta allegria: Antonia a tavola si mette a far progetti a gran voce.
Ora sono tutti insieme, hanno i soldi, si faranno la casetta.
Nicola non ha tolto gli occhi da quel pezzo di carta, che Adria, nè triste nè allegra , lega in un
lembo del fazzoletto. L'arrivo dell'assegno l'ha messa di nuovo dinanzi alla realtà: Antonia non ha
dimenticato quei soldi; ormai è chiaro che anche Nicola li desidera e Nino è lì pronto per
sposarla e assicurare così il denaro alla famiglia.
Quella sera stessa, con il cuore in tempesta, Adria scende alla piazza: malgrado tutto, quell'assegno
nel fazzoletto la fa sentire più forte.
Così, quando incontra Sandro, il giocoliere, gli sorride apertamente. Questi, come se l'aspettasse,
le fa scivolare in mano un biglietto. Ma il gesto non sfugge a Nino, che, non visto, aveva seguito
la cognata come al solito. Il ragazzo balza accanto ad Adria e, con fare brusco, le ingiunge di
tornare a casa. Ma Adria, in un impeto di ribellione, dinanzi al gruppetto dei paesani che si è
già raccolto lì attorno, gli appioppa uno schiaffo.
Nino rimane senza parole, per la rabbia e la sorpresa: poi con la forza trascina via Adria, mentre la gente mormora, disapprovando naturalmente il gesto della ragazza.
A casa, intanto, Nicola e Antonia discutono aspramente. Antonia è ormai cosciente del peggioramento del marito; capisce che egli presto o tardi, finirà per andarsene di nuovo.
Nicola pensa soltanto ai soldi di Adria e questo dispiace ad Antonia: improvvisamente ella sente
che quel denaro rappresenta un pericolo; invece di aiutarla a riavere il marito, come aveva pensato,
quel denaro le farà del male.
Giungono Adria e Nino. Appena Nino racconta quel che è successo, scoppia naturalmente il
finimondo. Antonia dimenticando tutto per un momento, esplode in una delle sue caratteristiche
sfuriate, quasi volesse ristabilire la sua autorità.
Nicola si unisce subito a lei: tira in ballo l'onore della famiglia, "deriso per colpa della ragazza",
afferma che Adria è una sciagurata e ribadisce, furibondo, la necessità che ella sposi subito Nino
e metta così a disposizione della famiglia i soldi dell'assicurazione.
Nino gongola, ma la reazione di Adria è assolutamente diversa da quello che ci si sarebbe potuto
aspettare. La ragazza, infatti, si scatena come una tempesta: tutta la sua amarezza mal repressa,
le sgorga spontanea dal cuore ed ella la grida in faccia ai congiunti. Per troppo tempo ha
sopportato, ma ormai basta: Nino non lo sposerà mai, dovessero ammazzarla per questo.
Antonia ascolta in silenzio la sfuriata della ragazza e, a poco a poco, in fondo ai suoi occhi nasce
uno sguardo di ammirazione: sembra esser lei, Adria, con la sua volontà di ribellione, la sua vera
figlia e non Nino, pronto a decidere quel che gli altri decidono per lui e a lamentarsi quando non
riesce nei suoi intenti.
Ma Nicola è di diverso parere. la resistenza di Adria non gli piace affatto, quindi urla di nuovo la
sua decisione di vedere a disposizione della famiglia i soldi.
Ma Nicola è didiverso parere. La resistenza di Adria non gli piace affatto, quindi urla di nuovo
la sua decisione di vedere a disposizione della famiglia i soldi. Ma quei soldi stessi, raggruppati nel
fazzoletto, Adria glieli tira in faccia subito. Poi esce, quasi scappando, per ritornare sulla piazza.
La gente che la vede passare non nasconde la sua ostilità per quel suo atteggiamento ribelle:
Adria, quasi a sfidare tutti, cammina a testa alta , ma sente già le lacrime pungerle gli occhi.
Sandro è seduto sulla breve scaletta del carrozzone a rammendare un costume, per prepararsi allo
spettacolo. Quando vede la ragazza la chiama e le sorride. Adria tenta anch'ella di sorridere e di
dire qualcosa. Nino, che anche questa volta l'ha seguita, si avvicina rapido. Le persone presenti
ormai si abbandonano a odiosi commenti a voce alta; Sandro, disgustato, grida: "lasciatela stare".
Nino, esasperato, balza avanti con un coltello aperto. Ma in quel momento la gente , dopo un
sordo mormorio, ammutolisce di colpo: arriva Antonia, fiera come una leonessa. A mano a mano
che ella si avvicina, la gente le fa largo, ora, tutti pensano , scoppierà il finimondo, chè anche
Nicola si avvicina minaccioso.
Ma Antonia non parla, guarda in giro, diritto negli occhi la gente e poi si avvicina ad Adria.
La ragazza si volta e gli sguardi delle due donne si incrociano, fitti e vicini. Poi Antonia tende la
mano, in un atteggiamento a lei insolito ed asciuga la guancia della ragazza, umida di pianto.
"Eravamo tutti contro di lei", mormora , "ma forse è lei che ha ragione". La gente è
disorientata, Nino china il capo, Nicola furtivamente si allontana.
Antonia, dopo un momrnto, prende Nino per un braccio, bruscamente ma con affetto e mormora:
"andiamo a casa". Madre e figlio si allontanano, tra la gente,che non osa fa commenti, mentre
Adria rimane, immobile, vicino al carrozzone di Sandro.
A casa, tuttavia, Antonia troverà l'ultima amara sorpresa. Nicola non c'è più e con lui sono spariti
i soldi dell'assicurazione. "Credevo che le mie fatiche fossero finite. Ora dovremo cominciare da capo
Nino" è la sola frase che la donna , rimboccandosi le maniche , sa dire.
FINE
Questo primo premio, assegnatomi dalla giuria di "NOI DONNE", nell'agosto 1961, mi
portò a Venezia, durante il Festival del Cinema, festeggiata da un centinaio di ragazze, arrivate
da tutta Italia, e alla presenza di Vittorio de Sica, Alberto Sordi. Dino de Laurentiis,
Marisa Merlini, Alida Valli e Anna Magnani che avrebbe dovuto intrpretare il ruolo di Antonia.
.
Ciao Terry, brava!
RispondiEliminaSono contenta di trovare il tuo splendido racconto, che avevo già letto ma che rileggerò con molto piacere.
Se ci riuscissi, penso che non sarebbe male ingrandire i caratteri.
In ogni caso ancora complimenti per quel primo premio mitico!
a presto
Ero convinto che avresti scritto te il miglior finale. Ed infatti sei stata premiata. Brava, i miei più sinceri complimenti.
RispondiEliminaUn caro saluto,
aldo.
Questa frase sta scritta due volte.
RispondiEliminaMa Nicola è di diverso parere. la resistenza di Adria non gli piace affatto, quindi urla di nuovo la
sua decisione di vedere a disposizione della famiglia i soldi.
Finale da femmina orgogliosa del sud anni 60, bello e rivoluzionario.
Ma il film perchè non l'hanno fatto?
ciao.
L'ho riletto, eccome!
RispondiEliminaVeramente ben congegnato e ben scritto.
Peccato che il film non l'abbiano fatto.
Mi viene da dire che potresti svilupparlo da soggetto in romanzo (o novella).
Sarebbe un'ottima cosa e penso che la tua penna sia all'altezza dell'operazione.
Pensaci, ricordati che abbiamo a disposizione la Nina-edizioni.
Intanto mi auguro che vengano a leggerti in tanti perché ne vale la pena.
P.S. avevo notato anch'io la ripetizione della frase. Se hai problemi a ristemare fammi un fischio.
ciao ciao
Molto bello il tuo racconto. La fine è davvero intensa. E' troppo tardi per partecipare alla rielaborazione del finale. Se lancerai di nuovo l'idea, mi piacerebbe partecipare.
RispondiEliminaDue donne diverse e allo stesso tempo estremamente coraggiose, le due protagoniste.
Gli uomini invece, rilegati in un angolo, esempio di avidità e grettezza, oltre che di pavidità.
Tornerò a trovarti e grazie ancora per la splendida lettura.
Mariella
ALDO, MASSIMO, MARIELLA
RispondiEliminaTeresa ha avuto un piccolo contrattempo che la tiene momentaneamente lontana dal pc.
Mi ha incaricato di ringraziarvi per la vostra presenza, che gradisce e la sprona: appena sarà in grado, vi risponderà personalmente.
Ciao
Nina (sua sorella)
Nina (sua sorella) fai i miei migliori auguri a Teresa, aspetterò che torni.
RispondiEliminaCiao.
Caro Aldo, grazie del complimento, diciamo che a quei tempi mi piaceva e mi era facile scrivere. A scuola i miei temi erano da 8 e le mie compagne li copiavano, per recuperare qualche idea.
RispondiEliminaScusa il ritardo. Ciao.
Caro Massimo Paolo, scusa l'errore della doppia frase, e sì, per quei tempi ho dimostrato coraggio.
RispondiEliminaIl film non so perchè poi non è stato fatto, mentre
l'anno dopo, che non sono stata io a vincere, ma
comunque arrivata subito dopo e segnalata, l'hanno
fatto ed io sono stata invitata alla premiazione del
vincitore sempre a Venezia. Il giovane vincitore, Gianni Frignani,ha visto realizzato il film
"IL MAFIOSO" dalla casa De Laurentis. Di lui non so più nulla, forse è riuscito a lavorare nel Cinema. Lo spero. Grazie della tua partecipazione
Ciao Terry.
Cara Mariella, che bella sorpresa conoscerti!
RispondiEliminaVerrò anch'io a leggerti se riuscirò a trovare il tuo blog, sono convinta che diventeremo amiche.
Scusa il ritardo, non voluto.
Le tue parole mi hanno fatto bene e ha aggiunto
l'orgoglio di essere donna, ora come allora, come
sempre.
Ti faccio un abbraccio forte, a presto. Terry.
Cara Nina un abbraccio forte anche a te. Anch'io era
RispondiEliminatanto che non lo leggevo quel finale, che oltre a fammi
vincere, mi ha aperto la strada di Milano, dove ho
fatto la mia famiglia, ho trovato lavoro e sono
diventata grande, senza dimenticare il nostro paese
dove per fortuna torniamo tutti gli anni, per goderci il mare e rivedere i parenti. Un abbraccio.
Ciao Terry, sono rosy.
RispondiEliminaArrivo da te tramite tua sorella Nina.
Ho letto il commento nel suo "abbaino" Con sincerità e senza falsa ipocrisia, mi hai fatto contenta.
Scrivo di getto, ma è la formula migliore per lasciare libera la parola che spontanea nasce dal cuore, dalla mente, dall'anima, non lo so. Ma non ti nascondo che questo scrivere di getto mi combina solo guai nel senso che solo dopo mi accorgo degli errori.
Adesso che mi sono presentata ti leggo.
Dopo letto ritorno. Felice di conoscerti
Ciao!
Una storia davvero stupenda, dove il coraggio della donna viene totalmente fuori.
RispondiEliminaAntonia e Andria due donne di un'epoca diversa e proprio per questo il finale è a sopresa.
Facendo una mia analisi tutta personale..Antonia ha tirato fuori la sua dignità di donna nel momento in cui si è reso conto che Nicola non era l'uomo più di una volta, delusa e amareggiata passa dalla parte di Andria. Un passaggio che nasce sopratutto da un cuore fermo e deluso, capisce che comunque sarebbero andate le cose l'avrebbe perduto. Questo pensiero le da la spinta di agire con fermezza e dignità per se e per Andria.
Questo tuo racconto ci porta amaramente indietro nel tempo, quando i maschietti pensavao di essere onnipotenti. Le cose non è che siano cambiate tanto ma la donna ha fatto passi da gigante, ma ancora tanto c'è da fare.
Buona serata Terry.
Piacere di averti conosciuta.
Ciao!
ps. ti ho inserito tra i blog che seguo.
Cara Rosy, prima di tutto scusa del ritardo, involontario, poi ti dico che mi sento in totale sintonia con le tue parole, delle tue osservazioni sulle donne e sugli uomini in generale. Pensa che la storia l'ho scritta più di 50 anni fa, appena finite le scuole e facevo i GS 2 per le dittarelle del paese aiutando mio padre, in un
RispondiEliminapiccolo ufficio, dove invece di pensare alle pratiche INPS, facevo
volare la mia fantasia per paesi lontani da Bova Marina, che adesso adoro e non vedo l'ora a giugno di tornare. Quel concorso mi aiutò
a trasferirmi a Milano, dove c'era già mio fratello e dove ho fatto
la mia famiglia. Tornando a te cara Rosy, sono felice di averti per amica e di essere uno dei tuoi blog. Verrò a visitarti anch'io
appena sto bene. Per adesso un grosso abbraccio, Terry.
Per trovare Rosy: vai al suo commento e clicca sul suo nome o sulla foto e dovrebbe farti arrivare automaticamente ai suoi blog (lei ne ha più di uno)e clicca su in punta di piedi. se non ci riesci, prova a mettere in alto, nello spazio dove si mettono gli indirizzi dei siti, il seguente:
RispondiEliminahttp://rosy-blogprove.blogspot.it
Fammi sapere se ci sei riuscita. Ciao, un abbraccio
Cara Teresa, grazie di essere passata da me.
RispondiEliminaUn abbraccio forte.
A presto per un nuovo post.
Car Teresa, passo a salutarti. Spero che tu possa presto regalarci un nuovo racconto.
RispondiEliminaTi abbraccio.
ciao Terry,
RispondiEliminaquando scriverai un nuovo post?
Ti suggerisco di leggere tre belle poesie di Vincenzo Iacoponi, meritano... ciao
anzi quattro
RispondiEliminaTua sorella sta bene sì?
RispondiEliminaSi Massimo mia sorella sta bene, ma io sto meglio perchè sono a Bova Marina in Calabria , oggi sono andata a mare, pulito e anche la spiaggia pulita, anche se il paese è quasi nella desolazione in mano a tre Commissari, che certo non possono fare molto.
RispondiEliminaBene, saluto Mariella, Rosy, Aldo non so quando scriverò qualcosa, ma ogni tanto passo a trovarvi. A te, Nina un abbraccio, leggerò le poesie di Iacoponi Vincenzo e poi ti dirò. A te massimo un caro saluto, a presto.