venerdì 27 giugno 2014

PALIZZI



             Dopo Marucumbo, dove ho trascorso la mia infanzia e Bova Marina, mio paese natale, nel

mio cuore c'è Palizzi.

Palizzi, quel paesino in piena campagna, sotto la grande rocca bianca, dove ancora negli anni

sessanta si poteva ammirare l'antico castello, sia dentro che fuori, con i mobili d'epoca, le armature,

le suppellettili e altri tesori.

Finita la scuola, alla prima occasione, prendevo la corriera e dopo tante curve, tornanti e salite,

si arrivava nella piazza del paese, davanti alla chiesa di Sant'Anna.

Ad aspettarmi c'erano i miei cari cugini, Maria, Giuseppina, Ottavio. Insieme si andava a casa,

dove la zia Micuzza cucinava e lo zio Antonio arrivava dalla campgna, con un paniere pieno di

pere e dolcissimi fichi.

Il 26 luglio arrivava la festa di Sant'Anna, una piccoa festa di paese con le bancarelle piene di

dolci e giocattoli, cianfrusaglie di ogni tipo.

Che spasso passarle in rassegna: quanto costa?...  No, è troppo, e scappavamo ridendo e scherzando

coi nostri sedici anni.

Poi c,era la Banda musicale e tra i suonatori c'erano anche dei ragazzi, più o meno della  nostra età

ed era bello guardalli ed ammirararli mentre suonavano i flauti e i clarinetti.

Ma la festa più bella, per me, iniziava la Vigilia, sera del 25 luglio.

Infatti era la sera prima che si faceva la lunga processione, con la statua di Sant'Anna, sulle

spalle dei portatori, partendo dalla Chiesa ed inerpicandosi verso una ripida salita per raggiungere

le casette popolari in cima ad un poggio che fronteggiava il paese.

Lì, avveniva l'Incontro, tra Sant'Anna, la madre, e la figlia, Maria del Carmelo.

Questa, partendo dalla sua chiesa, eretta in una campagna desolata, tornava in paese, per

festeggiare la madre.

L' Incontro avveniva dopo una breve corsa delle due statue, una in giù, l'altra in su, che per tre

volte si avvicinavano e poi si allontanavano al grido dei fedeli: Viva Maria, Viva Sant'anna.

Tutti insieme si tornava al paese, le statue in prima fila e di seguito tutti noi con le candele

accese, che ormai era buio, tra il rincorrersi  dei regazzi, che andavano su e giù scherzando

e ridendo; e che canzoni cantavano le donne anziane...

Tra tutte le voci spiccavano quelle di due favolose sorelle, Tota e Lauretta, altere nel loro

portamento solenne, superbo e fiero e la loro voce melodiosa e squillante, riempiva la valle.

Quella voce indimenticabile, per dare l'idea, un po come quella della favolosa cantante

Rosa Balestrieri, siciliana di qualche tempo fa.

" Tu gloria sei del cieeeeeeelo,

  oh madre addolorataaaaaata,

  tu sei la sola amata, tu ci proteeeeeggi,

  Sei del Carmeeeeeelo."

Si arrivava al paese che era già notte. Le candele davano l'ultimo brillio sul ponte che divideva

la campagna dall'abitato. Eravamo stanchi ma felici; la cerimonia bellissima, anche per i

non credenti, sapeva di tradizione atavica , di semplicità, di poesia.

Io non posso dimenticarla mai.