lunedì 6 gennaio 2014

LA BEFANA A MARUCUMBO



   Quand'ero bambina nella campagna di Marucumbo, non c'era Babbo Natale.
Natale si festeggiava ed era una bella festa, perchè mia mamma Melina faceva
tannti dolci: i Pretali, con fichi, mandorle, noci, miele e vino cotto;
le buffedde con patate dolci lessate e impastate con miele e cannella;
le nnacatole di pasta fritta e la pignolata fatta di quadratini di pasta dolce, fritti
e poi coperti di miele e dacorati coi diavulicchi.
A pranzo si mangiava il ragù di maiale, polpette al sugo, zeppole con le acciughe
salate, .... insomma ogni ben di Dio, dato che in campagna, anche se erano tempi
tristi, il mangiare c'era, almeno per noi.
E poi c'erano le noccioline con cui giocavamo a ciluneddu. Un bel sacchettino
ciascuno, per giocare, vincere le noccioline degli altri, oppure perderle.
Insomma niente Babbo Natale, ma la BEFANA, quella si: arrivava anche in quella
sperduta campagna, anche da noi ogni 6 Gennaio.
La sera del 5 ciascun bambino metteva la sua scarpa dietro la porta e la notte
passava la Befana a metterci i regali.
La mattina, con grande festa, appena svegli, si correva a prendere le scarpe piene
di fichi  secchi, nocciole ed altri frutti ed eravamo contenti.
Nella mia scarpa, una volta, oltre alla "ciciricalia", i ceci abbrustoliti, qualche
caramella, ci trovai un gemello da camicia tutto dorato, con un disegnino di smalto blù.
Ero felicissima, perchè la Befana aveva messo proprio a me qualcosa ,un regalo
particolare.
Melina cercava di spiegarmi, che nella borsetta della Befana, in mezzo alle caramelle,
quel gemello c'era capitato per caso nella mia scarpa.
- Ah, no, protestai io, la Befana non si può sbagliare, io sono sicuramente la sua
preferita, e ne ero convinta!.
Un'altra volta, sempre giorno della Befana, di mattino presto , mia sorella Nanda
voleva andar fuori a fare la pipì. - Va bene , disse Melina , ma non puoi guardare nelle
scarpe, è ancora presto.-
Nanda uscì senza guardare, e poi tornò a letto, ma all'ultimo momento non seppe
resistere e .......UH, chi vitti....! un grido di gioia soffocato ma non tanto da non essere
sentita. Infatti con la coda dell'occhio aveva scorto nella sua scarpa una bellissima
arancia.
Ci svegliammo tutti felici per i doni della Befana ed era appena appena l'alba.